Emma Kunz è stata poetessa, artista, radiestesista e ricercatrice olistica, trovando nelle sue forme geometriche un mezzo per il benessere e la guarigione spirituale. Nata in Svizzera nel 1892, la sua infanzia fu segnata da lutti profondi: perse due fratelli per malattie infantili e, a diciassette anni, affrontò il suicidio del padre e degli altri due fratelli. Questa esperienza la spinse a cercare risposte nella guarigione e nella dimensione spirituale della vita.
Il percorso della Kunz si snoda tra scienza, natura e spiritualità. Fu profondamente influenzata dal pensiero di Paracelso, l’alchimista e medico rinascimentale che combinava intuizione, scienza e spiritualità. Trovò nella geometria una forma poetica attraverso cui esplorare il significato della realtà, coniugando il fisico e il metafisico. Si ispirò alla botanica, vedendo nelle piante un modello della mente, anticipando di un secolo la moderna intelligenza vegetale. Creò un giardino di piante medicinali per la produzione di tonici e unguenti.
Fin da bambina, sperimentava con il pendolo (fu una delle prime radioestetiste) per disegnare sui quaderni. Tuttavia, solo a partire dal 1938, all’età di circa quarant’anni, sviluppò questo metodo come una pratica artistica e diagnostica. Utilizzava un pendolo d’argento con una punta di giada, credendo che fosse guidato da campi energetici. Su grandi fogli di carta millimetrata, tracciava composizioni con matita e pastelli, creando centinaia di disegni che considerava strumenti di guarigione per diagnosticare e trattare disturbi fisici e psichici. Questi processi potevano durare anche oltre 24 ore consecutive, durante le quali Kunz si nutriva solo di acqua e delle energie spirituali che la guidavano.
Il linguaggio geometrico edella Kunz rimanda a quello del mandala. Infatti i disegni di Emma Kunz non erano pensati come opere d’arte nel senso tradizionale, ma come schemi energetici e strumenti di conoscenza. Il loro linguaggio visivo è fortemente legato alla tradizione dei mandala: cerchi, piramidi, croci e linee complesse costruiscono strutture armoniche che incarnano concetti di misura, ritmo, simbolo e trasformazione. Kunz stessa descrisse il suo lavoro con le parole: “(la mia opera è ) Espressa come misura, ritmo, simbolo e trasformazione della forma e del principio.”
Se Wassily Kandinsky, nel 1911, cercava di introdurre lo spirituale nell’arte, Kunz percorreva la strada opposta, portando l’arte nello spirituale. I suoi diagrammi colorati richiamano anche l’opera di Hilma af Klint, pioniera dell’astrazione legata alla teosofia. Tuttavia, mentre af Klint sosteneva di ricevere messaggi dagli spiriti, Kunz vedeva il proprio lavoro come una forma di ricerca scientifica e mistica, un’indagine sulle energie invisibili del mondo.
Potremmo dire che Emma Kunz avesse una visione olistica della realtà. Viveva in una Svizzera rurale, dedicandosi alla ricerca sulla natura e alla guarigione delle persone che si rivolgevano a lei. Il suo lavoro era profondamente connesso all’ecologia e al desiderio di creare connessioni significative con l’ambiente. Considerava le sue immagini come ologrammi, spazi da attraversare, strumenti per decifrare il mondo e rispondere a domande di natura spirituale, filosofica e persino politica.
Nel 1942, in una cava romana a Würenlos, scoprì una roccia curativa che chiamò AION A, termine greco che significa “senza limiti”. Questo minerale, ancora oggi venduto nelle farmacie svizzere, divenne parte integrante della sua pratica terapeutica. La grotta in cui lo trovò è oggi un luogo di pellegrinaggio spirituale e sede dell’Emma Kunz Center, aperto nel 1986 per preservarne l’eredità.
Nonostante la sua intensa produzione artistica, i disegni di Kunz non furono mai esposti durante la sua vita. Lei stessa profetizzò che sarebbero stati compresi solo nel XXI secolo. Oggi, il suo lavoro è riconosciuto come una fusione unica tra arte, guarigione e ricerca mistica.
L’Emma Kunz Museum, inaugurato nel 1991, espone in permanenza 70 delle sue opere più significative tra gli oltre 400 disegni rimasti della sua produzione, testimoniando la sua visione di un’arte che va oltre l’estetica, diventa strumento di conoscenza e trasformazione. Come ha scritto Kunz:
“La mia opera figurativa è destinata al XXI secolo.”
fonti:
Jennifer Higgie , The Other Side: A Story of Women in Art and the Spirit World
AA.VV., Number, Transformation, Rythme German and French, Emma Kunz and Contemporary Art, catalogo mostra
https://www.emma-kunz.com/en/emma-kunz/ https://www.themarginalian.org/2024/05/26/emma-kunz/ https://www.serpentinegalleries.org/whats-on/emma-kunz-visionary-drawings-exhibition-conceived-christodoulos-panayiotou/
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