Uno degli animali simbolicamente associati alla Pasqua è il coniglio, o la lepre. Nelle culture occidentali, in particolare nelle tradizioni celtiche, nordiche e mediorientali, questo animale è spesso legato alle divinità femminili e alla luna, divenendo emblema di fertilità, rinascita, mitezza e abbondanza. Il suo legame con i cicli naturali e con il principio vitale ne fa un simbolo potente della primavera e, per estensione, della resurrezione cristiana. Il coniglio pasquale, infatti, discende da antiche tradizioni precristiane legate alla Dea – come Eostre o Venere – ed è sopravvissuto nel folklore popolare come portatore di uova e prosperità.
Ma il coniglio non appartiene solo all’immaginario simbolico occidentale. Anche nella tradizione buddista – e in particolare nelle scuole Mahayana e nella corrente tibetana Gelug – il coniglio assume un valore profondamente spirituale. Nel Thangka del XVIII secolo qui preso in considerazione, in cui il Settimo Dalai Lama è raffigurato mentre impartisce insegnamenti, si nota la presenza di un coniglio accanto a lui. Un dettaglio apparentemente insolito, ma ricco di significato. Gli elementi iconografici – come il cappello giallo, la postura e i testi sacri – riconducono al lignaggio Gelug, per il quale il coniglio rappresenta non solo un simbolo lunare, ma anche una manifestazione della compassione bodhisattvica.
Nella letteratura buddista questo significato emerge chiaramente nel racconto dello Śaśa Jātaka, una raccolta delle vite anteriori del Buddha storico. In questa narrazione il futuro Buddha rinasce come un coniglio che, non avendo nulla da offrire a un mendicante affamato (in realtà il dio Śakra- Indra travestito), decide di donare sé stesso gettandosi nel fuoco. Śakra, commosso da quel gesto di altruismo assoluto, spegne le fiamme e immortala l’animale sulla luna. Da allora, in molte culture asiatiche, si narra che sia possibile scorgere la figura di un coniglio impressa sul volto lunare.
Il coniglio buddista, dunque, non rappresenta la fertilità o la fecondità biologica, ma piuttosto l’altruismo puro, la compassione disinteressata e il sacrificio volontario: qualità fondamentali nella pratica del Bodhisattva, che si dedica al bene degli altri senza cercare nulla in cambio. Un messaggio che, pur da prospettive diverse, entra in risonanza con il racconto cristiano della Pasqua, dove Cristo offre sé stesso per amore dell’umanità. In entrambi i casi, il gesto del donarsi totalmente diventa espressione di una spiritualità profonda, capace di trascendere l’ego e incarnare i valori universali della generosità, della salvezza e del risveglio.
Che si tratti della rinascita della natura o del sacrificio illuminato, il coniglio appare così come ponte simbolico tra due mondi: Oriente e Occidente, istinto e coscienza, corpo e spirito. E forse non è un caso che dimori proprio sulla luna, simbolo della mente chiara e risvegliata.
Per approfonfimenti e fonti:
a cura di E.B. Cowell, The Jataka Tales
J. Chevalier et A. Gheerbrant, Il dizionario dei simboli
J. Campbell, L’eroe dai mille volti
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