Quest’anno ho deciso di dedicare durante il mese di Marzo testi, riflessioni e meditazioni alle donne o allo spirito femminile.
Savanhdary Vongpoothorn diventa protagonista dell’arte contemporanea con le sue opere che intrecciano memoria, spiritualità e identità. Vongpoothorn, artista laotiano-australiana, porta avanti una ricerca profonda sulle sue origini e sulla relazione tra culture, spiritualità e paesaggio, rendendo il suo lavoro un ponte visivo tra Oriente e Occidente.
Arrivata in Australia nel 1979 all’età di otto anni dopo essere fuggita dal Laos con la sua famiglia, Vongpoothorn è oggi riconosciuta come una delle principali artiste del Sud-est asiatico in Australia. Fin dai suoi esordi, il suo linguaggio artistico ha unito elementi della tradizione laotiana con influenze australiane, creando un corpus di opere che esplora il concetto di appartenenza e trasformazione.
Uno degli elementi distintivi del suo lavoro è la perforazione ripetitiva della superficie della tela prima di applicare strati di colore. Questo processo genera intricati motivi che traggono ispirazione da una vasta gamma di fonti, combinando elementi dell’arte storica con simboli e linguaggi di diverse culture. In alcune opere, lo spettatore può vedere attraverso la tela, mentre in altre la pittura viene spinta attraverso i fori per creare pattern in rilievo che evocano la tessitura tradizionale. Questi dettagli delicati, difficili da cogliere nelle fotografie, rendono la sua arte un’esperienza che va vissuta dal vivo.
Il legame profondo con il Laos è un filo conduttore nel suo percorso artistico. Le sue opere evocano il canto e la musica tradizionale laotiana, riflettendo anche la comunità laotiana in Australia, di cui suo padre, monaco buddhista, fa parte. Inoltre, richiama i mestieri tradizionali del Laos e del Vietnam, creando un dialogo tra memoria culturale e innovazione artistica.
Uno degli aspetti più affascinanti delle opere di Vongpoothorn è la loro profonda affinità con i mandala buddhisti, strumenti di meditazione che evocano equilibrio e contemplazione. Le strutture geometriche e i motivi circolari che emergono nei suoi dipinti sembrano tracciare un percorso interiore, in cui l’arte diventa non solo espressione estetica, ma anche un mezzo per esplorare la dimensione spirituale dell’esistenza.
L’artista riflette con la sua arte sul concetto di impermanenza e sull’attaccamento alle cose care, temi centrali nella filosofia buddhista, sottolineando come la transitorietà dell’esistenza sia una consapevolezza che attraversa la sua ricerca artistica. Questa prospettiva le permette anche di affrontare con sensibilità la complessa eredità storica dell’Australia, ponendo un ponte tra il passato di violenza subito dai popoli indigeni e il desiderio universale di trovare un senso di appartenenza spirituale nel paesaggio. Il suo lavoro, sviluppato in luoghi come Wedderburn, testimonia un costante impegno nel riconciliare le proprie radici laotiane con il territorio australiano, creando una sintesi visiva e culturale che trascende i confini geografici.
Con la sua visione artistica Vongpoothorn celebra la resilienza, la memoria e la trasformazione. Il suo percorso, che unisce due mondi e due culture, si fa simbolo di forza e consapevolezza femminile, rendendo la sua presenza nel panorama artistico internazionale un’occasione unica per riflettere sull’arte come strumento di connessione, guarigione e rinascita.