di Annalisa Ippolito

Nel pensiero buddhista, esiste una distinzione essenziale tra desiderio e attaccamento, entrambi considerati radici della sofferenza. Il desiderio è paragonabile a una sete inestinguibile, un anelito profondo verso ciò che non possediamo, che si tratti di beni materiali, esperienze o relazioni. Rappresenta quell’inquietudine interiore che ci spinge costantemente a cercare di più.

L’attaccamento, invece, riguarda l’incapacità di lasciar andare. È come tenere stretti gli oggetti, le idee o le credenze con forza, simile a stringere un pugno di sabbia: più cerchiamo di trattenere, più questa sfugge tra le dita. Entrambi i fenomeni conducono alla sofferenza, poiché ci intrappolano in un ciclo perpetuo di desiderio e insoddisfazione. Il desiderio ci spinge verso obiettivi che possono rivelarsi insoddisfacenti, mentre l’attaccamento ci impedisce di apprezzare ciò che possediamo e di accettare il cambiamento.

Gli insegnamenti di Buddha Shakyamuni ci guidano verso la comprensione e il superamento di questi schemi mentali. Attraverso la consapevolezza e la pratica del distacco, è possibile aprire la porta alla pace interiore e alla vera felicità, liberandoci dai vincoli del desiderio e dell’attaccamento.

In questo percorso, la creazione e la colorazione di mandala, può fungere da potente strumento di riflessione e trasformazione. Disegnare e colorare mandala permette di esprimere visivamente l’energia interiore, facilitando la comprensione e la liberazione emotiva. Il processo di creazione di un mandala richiede concentrazione e sviluppa consapevolezza, che aiutano a osservare e lasciare andare i pensieri e le emozioni legate al desiderio e all’attaccamento.

I mandala individuali fungono da specchi emotivi, riflettendo lo stato interiore dell’individuo. Attraverso la scelta di colori e forme, è possibile esplorare e trasformare le proprie esperienze emotive, favorendo un senso di equilibrio e armonia. Questo processo creativo non solo libera la mente dalle catene del desiderio e dell’attaccamento, ma promuove anche una maggiore consapevolezza di sé e un profondo benessere psicologico. Così, la pratica dei mandala diventa un mezzo per il raggiungimento della pace interiore e della vera felicità, integrando i principi del buddhismo con l’arte terapeutica.

Foto di copertina: Collage Annalisa Ippolito