di Annalisa Ippolito

Premesso che non ho nulla contro i libri con disegni da colorare mi preme fare un distinguo tra i libri che promuovono i mandala e quelli d’arte-terapia. Durante i periodi di crisi, che tendono ad essere ciclici, la gente cerca forme di espressione che possano alleviare ansia e paura. Purtroppo, in queste circostanze alcuni ne approfittano.

Negli ultimi quindici anni, il mandala è diventato sempre più popolare, favorito dall’avvento dei social media che hanno permesso una diffusione capillare di questo strumento e di farlo uscire da quella nicchia che lo destinava al mondo filosofico-accademico-terapeutico. Negli ultimi dieci anni, la produzione e la pubblicazione di libri da colorare è esplosa, creando un settore specifico nei cataloghi delle case editrici suddiviso per generi, età e temi di interesse. Tuttavia, la proliferazione di materiale legato ai mandala ha dato vita a un vero e proprio business dei libri da colorare.

La qualità di questo materiale è spesso discutibile. Molti libri, infatti, non rispecchiano il vero concetto di mandala e sono prodotti con poca competenza, promuovendo forme e logiche di mercato piuttosto che il significato autentico dello strumento. In questa situazione chi colora questi disegni può essere indotto in errore pensando di lavorare su un mandala. Molti di quei disegni non solo non sono mandala, ma non rispondono a nessun codice mandalico. Sono disegni da colorare per rilassarsi, non mandala, ed espressioni di arte-terapia.

Il mandala è un disegno armonico o meno che conduce alla riflessione ed è esso stesso una forma di meditazione. Colorare un mandala è un atto meditativo e creativo, legato ai sentimenti, alle emozioni, ai bisogni e alla fantasia di ciascuno. I colori usati e l’ordine in cui sono posizionati nel disegno hanno dei significati ben precisi e offrono spesso risposte, sollievo o al contrario suscitano domande. Di conseguenza, l’intenzione, la consapevolezza e il percorso evolutivo di chi colora sono pilastri fondamentali dell’attività mandalica. Inoltre, il mandala individuale segue almeno una regola base: quella della creatività. Dunque, colorare quei disegni fatti come mappe, seguendo l’ordine di numeri e colori predefiniti, gestiti e scelti da altri, toglie il piacere della scoperta, non facilita la gestione delle emozioni, ed esclude uno dei capisaldi della colorazione dl mandala: la libertà e la responsabilità di scegliere dove e come collocare un colore.

Per di più, disegni eccessivamente minuziosi, pieni di dettagli e piccoli spazi possono generare ansia e impazienza in chi ci si dedica, piuttosto che calma e rilassamento. Facendo venire meno il principio della rilassatezza e della calma.

Infine, sebbene la satira, l’ironia e l’autoironia possano essere strumenti di difesa per convivere con situazioni complicate, è importante ricordare che il valore del mandala risiede nei concetti di pace, armonia e risoluzione non-violenta dei conflitti. Pertanto, l’uso di parolacce e violenza verbale nelle pubblicazioni dedicate alla colorazione di mandala contrasta con il significato profondo del mandala. Sebbene un’espressione liberatoria come un “vaffanculo” possa alleviare temporaneamente la tensione percepita, non risolve il problema di fondo. La rabbia, il dolore, la paura e l’insofferenza che si possono provare richiedono una riflessione e un’elaborazione sul proprio modo di agire e di relazionarsi con gli altri che implicano un’attenzione più profonda su se stessi.

In conclusione, è essenziale riconoscere la differenza tra i libri da colorare di mandala e quelli venduti come arte-terapia. Mentre i mandala offrono un mezzo per la riflessione, la meditazione e la guarigione emotiva, i prodotti commerciali spesso mancano di queste qualità fondamentali. Vanno bene per rilassarsi se ce ne sia la voglia ma è cruciale approcciare il mandala con consapevolezza e rispetto, comprendendone il significato profondo e l’importanza culturale. Solo così si può sfruttare appieno il suo potenziale terapeutico, promuovendo un benessere genuino e duraturo.

Foto di copertina di Annalisa Ippolito