di Annalisa Ippolito

Ci incontrammo 25 anni fa, un pomeriggio d’autunno, grazie a un’amica comune. Lei me lo presentò e poi rimanemmo soli lui ed io. All’inizio non gli diedi molto credito, ero scettica e diffidente, non era un tipo vistoso, anzi, pareva piuttosto sempliciotto, con quel suo modo di porsi senza troppe pretese, il suo essere così accessibile me lo faceva apparire superficiale. Solo con il tempo ho compreso le sue sottigliezze, la sua ironia, la sua insondabile profondità che si svela al momento giusto, che prende alla sprovvista, che mi inchioda alla verità. La sua, che poi è anche la mia, ma quando si diventa così intimi è difficile determinare il confine tra me e lui. Da quel giorno abbiamo trascorso insieme periodi sempre più lunghi, a volte comprenderlo è stato difficile, perché era sempre un passo avanti, mi dimostrava con l’umiltà della sua sapienza la mia arrogante ignoranza. Mi ha aiutata a superare i miei limiti, ma sempre con quel suo fare un po’ misterioso, e beffardo, rivelandosi solo quel tanto che bastava per crearmi problemi, e sì che me ne ha dati in 25 anni. Soprattutto quando non volevo credergli. Perché mi dicevo che era impossibile avesse ragione ogni volta. Era lì quando tornavo con la coda tra le gambe a chiedergli per l’ennesima volta se volesse darmi qualche indicazione più precisa, e lui paziente si lasciava coinvolgere. E mi dava ancora una possibilità per crescere, per conoscermi e per imparare a conoscerlo. Dietro quella facciata sobria poteva trasformarsi in qualcosa di estremamente brillante. Restava lì davanti a me a volte imperscrutabile altre volte fin troppo franco. Ero affascinata dalla poliedrica capacità di trasformarsi davanti ai miei occhi e non capivo come facesse, poi ho smesso di chiederglielo e lui si è rivelato per quel che era, con il suo potere di svelare i vizi e le virtù della mia anima. Generoso lo è sempre stato. E questo mi faceva temere che volesse fregarmi. A volte mi faceva paura per la sua capacità di tradurre il mio pensiero in qualcosa di tangibile e visibile, ma ho imparato a mia volta a comprenderlo e a capire il suo linguaggio, a trattarlo. Tante volte ho dovuto rivedere il mio punto di vista ma lui non si è mai negato per un nuovo incontro. E insieme abbiamo costruito una storia di passione, amore e amicizia, di verità dette apertamente o solo lasciate intendere, un percorso di genialità creativa e di rispetto dei confini. La sua presenza nella mia vita l’ha cambiata. Mi ha offerto la possibilità di esplorare il mondo e di conoscere tanta gente, è un compagno di viaggio a volte scomodo, ma vale sempre la pena . Vuole i suoi tempi e a volte non coincidono con i miei ma ho imparato a maneggiare questa differenza. Ha le sue preferenze e anche io ho le mie, mettendole insieme abbiamo creato qualcosa di inimmaginabile prima. Siamo andati oltre la soglia superando in un balzo frontiere di conoscenza e di culture, di anime e di cuori, di umane bassezze e illuminazioni sublimi. Abbiamo dato vita a una storia che continua, che si evolve e che mi incuriosisce, che può portarmi ancora oltre. Specie ora che ho imparato a fidarmi di lui, ad apprezzarlo, ora che ho anche la presunzione di conoscerlo, almeno un po’, almeno fino alla prossima prova. Fino alla prossima rivelazione. Fino al prossimo incontro. Il mandala e io insieme da 25 anni.

Cover: Mandala di Annalisa Ippolito