Il drago è un simbolo mutuato dalla Cina, in quanto assente nella tradizione culturale iconografica e letteraria indiana buddista; il drago indiano, infatti, si palesa come Naga o Makara.
Nell’iconografia buddista si trova riprodotto su bandiere di preghiera insieme al cavallo, alla tigre, al garuda e al leone delle nevi.
Nel corso dei secoli però,questo animale mitico ha assunto una certa rilevanza nel pantheon buddista diventando un’allegoria del potere creativo, con accezioni positive è il principio Yang maschile, portatore di ricchezza ed energia.
Nel buddismo tibetano è uno dei quattro animali mitologici protettori delle quattro direzioni cardinali e spesso si trova sui bordi del mandala come ulteriore simbolo di protezione e potere. Inoltre, tra le sue zampe a volte stringe una perla o una gemma, simboli di ricchezza e salute, dai quali fa scaturire pioggia o rugiada manifestando dunque anche un potere sul tempo. Questi attributi sinonimi di creatività e di preziosità fanno sospettare una similitudine con il drago occidentale, il medievale l’Uroboro, protettore del tesoro.
I colori del drago tibetano sono prevalentemente due, l’azzurro-verde e il rosso-marrone; il primo ascende in cielo all’equinozio di primavera, rappresenta la luce dell’alba, dell’Est e in questa veste è anche il veicolo del Buddha bianco Vairocana, posto a Oriente. Il drago rosso-marrone invece corrisponderebbe all’equinozio d’autunno, e ha una valenza discendente, infatti secondo la credenza si rifugerebbe in una pozza profonda, avvolgendosi nel fango ed entrando in letargo. Altra similitudine con il serpente occidentale, che si risveglia in marzo, cambiando pelle.
Il drago compare come veicolo per la divinità della ricchezza White Jambhala che cavalca un drago color turchese accompagnato da quattro dakini, oppure per la divinità protettrice Nyingma Rahula, dalla tradizione del tesoro rivelato di Dudul Dorje.
Nella tradizione del gruppo dei Sedici anziani spesso compare nel cielo di Vajriputra, nella tradizione cinese a volte il drago è l’allegoria della montagna, ma non essendoci una tradizione letteraria al riguardo potrebbe anche trattarsi di prestiti artistici puramente decorativi.
Foto collage di Annalisa Ippolito: Arhat-Sthavira, Buddhist 16 Elders, Kanakavatsa; White Jambhala, mongolian canvas; Worldly Protector (Buddhist) – Rahula canvas.