Un grande tomo, una copertina di cartone spessa, ruvida, marrone scuro, agli angoli piccoli arabeschi impressi a rilievo tipici dello stile Liberty, il dorso spoglio ricoperto solo di un leggero tessuto a righe orizzontali, le pagine anch’esse di cartone ma più leggero ingiallite dal tempo. Nella prima pagina, in alto un piccolo ritratto in ovale incorniciato da disegni floreali, al centro una data “1906”, in fondo, a grandi caratteri LAVORI FROEBELIANI….
Nella mente cominciano a muoversi pensieri su Froebel, il nome non mi è nuovo ma la memoria non mi aiuta e quindi incomincio a ricercare…..
Friedrich Wilhelm August Froebel (1782-1852), pedagogista tedesco, ammiratore di Pestalozzi, crea un nuovo modo di concepire, vedere ed educare il bambino. Nascono così i “Giardini d’infanzia” nei quali non solo i piccoli possono esprimere il loro mondo interiore attraverso il gioco ma anche gli adulti, educatori e genitori, possono parteciparvi creando così un laboratorio interattivo che sollecita la relazione con gli oggetti e le persone, attraverso la creatività, la collaborazione collettiva e di ogni-uno.
Anche l’architetto Frank Lloyd Wright racconta che da piccolo era stato introdotto dalla madre ai giochi froebeliani.
Nella memoria arriva l’immagine di nonna Elena, donna di fine ‘800, che, insegnando all’asilo, a chi le chiedeva cosa facesse, con orgoglio diceva: Maestra giardiniera….
Incomincio a sfogliare il libro, non uno scritto, solo piccole figure geometriche di carta piegata e incollata che ricorda l’origami giapponese.
Improvvisamente le figure diventano più articolate ed ecco, davanti ai miei occhi, dei veri MANDALA!
Costruiti con minuscoli frammenti geometrici ogni figura ha sopra un triangolo che porta inciso i tagli da fare per la sua realizzazione.
Incantata continuo a sfogliare le pagine, lentamente, assaporando con gli occhi ogni minimo particolare: i lavori con gli stecchini, i disegni, i lavori con l’ago e ancora qualche Mandala…..
Questo libro è una vera miniera di creatività, leggerezza, poesia.
Mi entusiasmo e penso già a come poter “giocare anche io” con questa nuova, per me, forma espressiva e, perché no, proporla in qualche laboratorio.
Non mi è dato di sapere se Froebel conoscesse il Mandala, ma ancora una volta quello che Jung affermava essere l’archetipo per eccellenza si è manifestato istintivamente, intuitivamente, perché è comunque parte di noi anche quando non ne siamo consapevoli.
Immagine di Mariella Franzitta