È il 1417, a Flûeli, nella Pieve di Sachseln (Stato di Obwalden), nasce Nicolao da una famiglia contadina del ceto medio-alto.
Cresce, col fratello Peter, in una rispettabile fattoria, è un bambino tranquillo, solitario, discreto, molto devoto e amante della natura nella quale cerca spesso rifugio.
Fin da piccolo ha visioni che lo accompagneranno tutta la vita, sembra che la prima avvenga quando è ancora nel grembo materno e la seconda durante il Battesimo.
Negli anni dal 1440 al 1444 partecipa prima come soldato, poi come alfiere e infine ufficiale al conflitto armato fra gli Stati Confederati e gli Zurighesi per impedire loro di stringere alleanza con gli Asburgo, il sempre odiato nemico.
Al ritorno dalla guerra, si occupa delle terre di sua proprietà e verso i 30 anni sposa la giovanissima Dorotea Wyss, figlia di un notabile di Schwendi da cui avrà 10 figli, 5 maschi e 5 femmine.
Uomo di grande saggezza, stimato dai vicini e dai membri del comune, anche se analfabeta, riceve importanti cariche pubbliche.
Non oltre il 1462 risulta far parte del Consiglio e della Corte di Obwalden, la più alta cerchia dirigente politica e giuridica dello Stato di Obwalden.
Rinuncia però a una candidatura alla funzione di Landamano, il più alto onore dello Stato di Obwalden.(3)
Nel 1465 rinuncia a tutte le cariche pubbliche amareggiato anche per non essere riuscito ad ottenere l’abolizione di una sentenza ingiusta che favoriva la parte contendente più ricca.
I due anni successivi lo vedono in preda a grande depressione e sconforto. fugge da casa per poi ritornarvi. Trova ancora rifugio nella Natura e nella preghiera e, dopo una durissima lotta interiore da lui stesso paragonata “a lama che purifica, al pungolo che stimola” chiede alla moglie il permesso di lasciare la famiglia per potersi dedicare completamente a Dio.
Il suo consenso gli è indispensabile e Dorotea, donna molto devota, comprende il bisogno essenziale del marito e lo sostiene pienamente, sembra cucendogli perfino l’abito per partire.
Affida la famiglia e le terre ai figli adulti ( Hans e Salti hanno rispettivamente 20 e 19 anni e diventeranno ambedue Landamani, mentre il più piccolo ha poco più di un anno) e il 16 Ottobre del 1467 lascia la famiglia con l’intenzione di raggiungere alcuni pellegrini.
Una visione lo convince a tornare e costruisce una capanna nella gola di Ranch a poche centinaia di metri da casa, sembra che i figli stessi lo aiutino.
Incomincia così una vita di preghiera e digiuno che non lo allontana dalla comunità, anzi sia persone semplici che potenti si rivolgono sempre più spesso a lui per avere consigli e risolvere contese.
In particolare nel 1481 la sua mediazione diventa fondamentale in una controversia che minaccia gli Stati Confederati formati da tre città (Lucerna, Berna, Zurigo) e cinque campagne (Uri, Schwitz, Unterwalden, Zug e Glarona). Il fragile equilibrio che si era formato rischia di spezzarsi quando due città- stato Friburgo e Soletta chiedono di entrare nella Confederazione.
La disputa si fa dura con il rischio di trasformarsi in una guerra civile, e , durante la Dieta di Stans, uno dei partecipanti si reca da Nicolao per chiedergli un consiglio.
Non è dato di sapere cose disse Nicolao perché lui stesso impone il segreto, ma la sua saggezza e il suo carisma, riconosciuti da tutti i contendenti, portano alla pace che viene conclusa e firmata il 22 Dicembre 1481.
Con la Dieta di Stans i cantoni diventano 10 e l’annessione di Friburgo, unico stato di lingua francese, è il preludio allo sviluppo della futura Confederazione Elvetica.
Nicolao diventa sempre più famoso, lo dichiarano il “santo vivente” lo consultano anche dalla Germania, dall’Austria e dall’Italia.
Da un documento del 1483 risulta che il Duca di Milano manda Bernardino Imperiale da Nicolao per un consiglio e l’inviato si meraviglia di trovare l’eremita già al corrente dei fatti.
Nicolao non è solo un mediatore politico, ma può essere considerato un rivoluzionario all’interno del pensiero cattolico del tempo.
Siamo nel tardo Medioevo e la visione della gente è quella di un Dio giudice, punitivo, c’è il bene e il male e quindi chi non segue le sue leggi va incontro alla collera divina.
Nicolao riesce a conciliare gli opposti attraverso l’immagine di Dio come Amore infinito che porta ad una unione mistica con Lui.
Bruder Klaus, come si fa chiamare lui stesso, è dotato di un ascolto profondo, grande empatia, dolcezza e amore per tutti.
Alcune frasi, a lui attribuite, ci aiutano a comprendere meglio la profondità del suo pensiero.
“La pace è sempre in Dio, perché Dio è la pace. La discordia sarà dunque distrutta.
L’ubbidienza, intesa come ascolto, è il più profondo onore.
Il mio consiglio è anche quello che a questo proposito siate generosi, perché il bene genera ogni bene.
In tutte le cose la misericordia vale più della giustizia.
Non allargate troppo i vostri confini.”
Quest’ultima frase sembra sia ancora molto sentita dagli Svizzeri che la ripropongono anche nella politica attuale.
Bruder Klaus muore il 21 Marzo del 1487.
Viene beatificato nel 1649 e viene introdotta la festa di Bruder Klaus il 21 Marzo; Pio XII lo proclama Santo il 15 Maggio 1947 spostandone la ricorrenza al 25 settembre.
In tutti i continenti chiese e cappelle vengono consacrate a lui, al messaggero di pace, e in ognuna è riprodotta la sua preghiera; anche a Milano esiste una parrocchia intitolata al Santo costruita fra il 1968-70 al centro del quartiere Forlanini.
Ripensando alla sua vita e all’influenza che ha avuto nella politica e nel pensiero religioso del suo secolo non meraviglia che gli svizzeri di ogni confessione lo abbiano eletto a protettore della Svizzera e Padre della Patria.