di Sara Campagna
giugno 2020
“ Guardare la bellezza della natura è
il primo passo per purificare la mente”
Amit Ray
Cosa possono avere in comune il Mandala e le Piante Officinali? e che cosa possono creare unendo le proprie specifiche qualità? Vi parlo della mia esperienza e di spunti di riflessione.
Il Mandala e le Piante Officinali accompagnano e caratterizzano da diversi anni sia la mia vita che la mia professionalità. Posso proprio dire che sono per me autentici e fedeli compagni di Viaggio.
Ho sempre avuto una predilezione per i cosiddetti Materiali Naturali. Credo che nasca dalle mie lunghissime e solitarie estati in campagna da bambina: erba, alberi, fiori, cielo, sassi, terra e gatti. La Natura, con le sue qualità e specificità, quando si unisce alla nostra creatività crea una partecipazione e sinergia molto intense; unita anche al Mandala realizza armonia e geometria viventi. Natura e Mandala realizzano un continuum spazio-temporale in cui si sente di far parte di ‘qualcosa di grande’ e si percepisce l’Ordine Naturale dell’Universo.
Con gli anni mi considero una Portatrice di Cerchio e una Raccoglitrice.
Ci appartiene il Cerchio. È negli occhi, nella pancia, nel moto degli astri celesti; nella ciclicità della Natura, nel ritmo del respiro. L’Uomo di Leonardo forma un cerchio a simbolizzare Spirito fatto Materia, psiche individualizzata, Cerchio sacro: il Mandala.
Il Mandala è un’onda, si può sentire o non percepire. Questo dipende da più circostanze e momenti della vita. Per me è stata una lenta maturazione con un grande arricchimento interiore.
Seguire la spinta del Mandala mi ha condotto all’Arte e all’Arteterapia.
Siamo un Cerchio.
Le Piante nella loro biologia, struttura e composizione racchiudono un vissuto planetario trasportando vita e storia ancestrali. Sono Esseri nobili ed evoluti che si fabbricano il cibo, sostanze nutritive, da loro stesse (sono organismi autotrofi) non avendo quindi nessuna necessità di predare o mangiare altri esseri viventi: trasformano attraverso la fotosintesi clorofilliana la Luce in Materia. Questo concetto e caratteristica è molto importante per le nostre riflessioni mandaliche. Tra le piante vi sono quelle dette Piante Officinali le quali sono state nei secoli classificate e le cui proprietà salutistiche e balsamiche sono tramandate e riconosciute in letteratura scientifica. Qualche nome noto, per intenderci: Lavanda (Lavandula vera DC.), Betulla (Betula pendula Roth.), Equiseto (Equisetum arvense L.), Tarassaco (Taraxacum officinale Web.), Cannella (Cinnamomum zeylanicum Blume), Malva (Malva sylvestris L.), Ginepro (Juniperus communis L.), Incenso (Boswellia serrata Roxb.), Arancio (Citrus aurantium L.), Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.), Rosa canina (Rosa canina L.).
Io mi occupo di queste piante, le adoro. Tanto quanto il Mandala. Le amo infatti non solo nel mio lavoro erboristico ma nelle mie installazioni artistiche.
Perché mi piacciono le Piante Officinali? Per l’energia che emanano, sono un concentrato diverso e più forte del fresco; per i loro particolari aromi vegetali che profumano i sensi inondandoli di un armonico e pungente benessere; per il senso medicamentoso che sprigionano. La parte utilizzata, officinale appunto, è quella in cui si trovano i principi attivi che la caratterizzano: fiori, foglie, fusti, radici, semi, bacche, resina, scorze, frutti. Amo maneggiare questi elementi, annusarli, guardarli, averli vicino. E poi ci sono i vari tipi di Thé, le Spezie, gli Aromi.
Nell’Arte tutti questi elementi diventano forme e colori per le mie Mandala Land Art: diventano Mandala Officinali.
Questi possono essere a pianta singola o a più piante, essere accompagnati da sabbie colorate o altri materiali che amo utilizzare come sassi e legni di mare per esempio. Quello che arriva da queste particolari composizioni mandaliche è la magia dell’energia curativa delle piante in sinergia con quella del Mandala. Trasportatori e veicolatori entrambi di saggezza, autoconsapevolezza, autoconoscenza, autosostegno e autocura.
Un’altra cosa importante e affascinante che li accomuna è la loro particolare dinamica di visione d’insieme. Così come il Mandala per sua natura viaggia a 360° anche le parti utilizzate delle Piante Officinali hanno un po’ questa caratteristica: quella parte si usa proprio perché trasporta e riflette l’energia e le qualità complessive della pianta.
Possiamo così immaginare la robustezza di un anello mandalico realizzato con foglie di Thè nero o la carica emotiva e profonda dello stesso fatto con i fiori viola di Lavanda; l’autocura che ci trasmette un petalo di padma loto composto dalle verdi foglie d’Ortica remineralizzanti o l’allegria dello stesso fatto con la polvere di Cannella. E che dire di cerchi intensi di chiodi di Garofano? Di un centro mandalico contenente granelli di Incenso o Mirra? Anelli di Ginepro o Pepe rosa? Contorni di piccoli e rotondi semi di Coriandolo?
Amo tantissimo anche il fatto che questi mandala sono effimeri, non fissi, volatili come i Mandala di Sabbia dei Monaci Tibetani. Li realizzo in un modo molto simile: semino dopo semino, foglia dopo foglia, granello dopo granello. Il senso di Meditazione in Azione che mi trasmettono i miei Mandala Officinali è il livello più alto tra tutte le modalità con cui realizzo mandala. Data la presenza delle Piante Officinali che apportano la loro vibrazione hanno poi un enorme grado di Rigenerazione.
Mi sento profondamente onorata di avere incontrato nella mia vita queste due strade e di averle congiunte.
E in tutto ciò vi è bellezza e crescita.
Ringrazio infinitamente Annalisa Ippolito per la sua continua ricerca e divulgazione del mondo del Mandala e per avermi proposto la stesura di questo articolo.