Ogni anno con gli Equinozi si celebra un passaggio di vita o di morte, di risveglio o di assopimento a seconda che si tratti di celebrare l’avvento della Primavera o dell’Autunno.
Mabon e’ una festa di origine celtica legata all’avvento dell’autunno, un momento dell’anno in cui si celebra l’ultimo raccolto e l’inizio di un periodo di riposo per la terra, che affonda le radici come i Misteri Eleusini dedicati a Demetra, la dea delle messi, nelle celebrazioni per la Gea, la Grande Madre.
La Grande Dea Madre si addormenta, cede il passo alla sonnolenza e al buio, il suo ventre gravido di vita per tutta l’estate si riposa e I suoi figli vanno oltre.
Il mito che ha ereditato il significato e ne racconta il ciclo e’ quello di Demetra e Persefone. Il ratto di Persefone, la giovinetta graziosa e leggiadra rapita da Ade e trasportata negli inferi, genera una forte depressione nella madre, che per cercarla si dimentica di dedicarsi alle sue principali attivita’, non sovrintende alle messi, ai campi alla vita rurale e per lungo tempo, fino a quando la figlia non le e’ in qualche modo restituita, la terra subisce le conseguenze di questo abbandono.
Il mito di Mabon e’ la controparte maschile di questo mito tutto matrifocale che ha origine nella cultura della Grande Madre, ma in questo caso e’ una madre nera.
La Dea nera che sovrintende ad una Terra spoglia, che ogni gionro si inaridisce, si assopisce vittima anche della marcata assenza del sole, metaforicamente raffigurate dalla gioia e dalla gaiezza della fanciulla rapita. Emotivamente e’ un tempo di riflessione, di attivita’ di cambiamento.
L’autunno proprio per la sua caratteristica di annunciare il freddo inverno, ha con se’ la duplice valenza di stagione del cambiamento e della moderazione.
La calma di questo periodo puo’ covare, proprio come fa la terra, la volonta’ di cambiare, la voglia di nuovi progetti che hanno bisogno di tempo e di sedimentare prima di prendere vita.
Questo aspetto si manifesta anche nei mandala legati ad un periodo emotivo come quello di Mabon, dell’autunno o della depressione di Demetra che, nell’ansia di cercare la figlia perduta, perde contatto con ogni suo interesse precedente.
Nel mandala in cui sono espressi momenti come questo tendono a comparire forme che si espandono verso l’esterno e colori nei toni del rosso scuro e del marrone dal chiaro ocra fino al marrone terra scura, quasi nero. Colori che spesso esprimono giochi di luci ed ombre e che fissano l’armonia estrema e molto complessa delle forme legato all’espressione di questo periodo.
La meditazione e la colorazione di un mandala in questo periodo aiutano a centrarsi e a non disperdere le energie che possono aiutare a superare le prove, per cosi’ dire dell’inverno e quindi preparare la rinascita e il cambiamento primaverile.
Come citato nella Bhagavadgita (2.20) “Per l’anima non c’è mai nascita né morte. Esiste e non cessa mai di esistere. È non nata, eterna, esiste sempre, non muore ed è originale. Non muore quando il corpo muore” siamo collocati in un ciclo continuo ed eterno e la nostra anima, il nostro cuore sono destinati a ripercorrere I sentieri di mille e mille vite e mille e mille miti che dalle origini sono depositati nell’inconscio collettivo come un unico grande dizionario di simboli.
Il mandala di settembre e’ uno strumento su cui meditare.
Altri aspetti di questo incontro con la Grande Dea avremo modo di sperimentarli in occasione dei workshop del ciclo Mandala Femminile Plurale.
Testo originale pubblicato 22 set 2014 su www.mndalaweb.info
http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/mabondemetralautunnoeilmandalasettembre2014