Condivido sui social network molte immagini di mandala e creazioni artistiche di forme mandaliche che mi vengono inviate. Talvolta, qualche particolare cattura la mia attenzione e inizio una riflessione o emerge una visione che mi procura una sorta di big bang interiore, una “illuminazione”, in cui riconosco lo svolgersi meraviglioso di un dialogo fatto in termini di simboli e richiami antichi, di fosfeni, per usare un termine tecnico, che avviene non solo tra l’artista e il suo lato piu’ intimo, la parte piu’ centrale di se’, il suo mandala, ma che coinvolge anche una parte di me. Riconosco qualcosa di importante, e se ad un primo sguardo da semplice fruitrice una bella opera e’ accattivante, rilassante,  portatrice di pace e spiritualita’, poi proprio in ogni sentimento che emerge sento un richiamo insondabile. C’e’ in ciascuna emozione che provo rispetto all’opera e alcuni suoi elementi un legame non cosciente, non voluto, che esiste e basta. E nella maggior parte dei casi tutto capita come in un gioco alchemico, dove ogni pezzo raggiunge il suo posto dopo un percorso che rimane inspiegabile, eppure condivisibile. 
Gli elementi sono presenti nel mandala come sono presenti nella nostra vita, nel Cosmo, nella natura e nel nostro stesso corpo. L’acqua e’ uno di questi.
L’acqua è un potente simbolo di connessione.
I vasi d’acqua trovano posto nei mandala tradizionali tibetani, nel sandpainting dei Navajo e nelle cerimonie religiose delle piu’ diverse culture, e diventano un mezzo per permettere alla divinita’ di manifestarsi oppure fungono da purificatori.
Quando ho ricevuto la foto qui pubblicata ho avuto una visione bellissima del significato e non solo dell’acqua nel mandala, ho visto il signifcato di millenni di ricerche e di vita sviluppata vicino all’acqua. Dell’impossibilita’ dell’uomo di allontanarsi dall’acqua.
L’acqua come metafora della nostra vita  rappresenta la nostra capacita’ di adattamento, infatti prende la forma del suo contenitore senza perdere la sua essenza, ma e’ anche un elemento purificatore, l’acqua lava via lo sporco e nei riti piu’ antichi il bagno nelle acque di un fiume, di una piscina di un fonte battesimale ha la facolta’ di restituire la purezza, la luminosita’, la nuova vita.
Appare in molti casi uno strumento divino e mitologico, basti pensare al Diluvio Universale, all’inondazione di Atlantide, alla separazione delle acque del Mar Rosso, alla divisione dei mari dalla terra alle origini del mondo, alla nascita di Venere.
L’acqua e’ anche sinonimo di trasformazione, la sua capacita’ di modificarsi da uno stato liquido ad uno gassoso e ad uno solido le consente di avere un ciclo importante, definitivo per ogni forma di vita. La sacralita’ dell’elemento acqua e’ quindi legata alla simbologia della vita, della nascita e della morte. L’essere umano inizia la sua vita in un liquido, quello amniotico, che ricorda le acque primordiali, e quando si avvicina il parto “si rompono le acque”. L’acqua impetuosa delle rapide, limacciosa di un fiume o cheta di un lago sono sinonimi di vitalita’, di fertilita’ o di stagnazione e di morte.
La profondita’ delle acque metaforicamente mi permette di guardare dentro l’oscurita’ della mia anima, nel profondo dove non arriva nessun occhio umano e dove so che e’ posta l’origine della mia essenza.
Come tutti i simboli anche l’acqua ha una doppia valenza e anche nel mandala individuale assume diversi significati.
L’acqua nel mandala non solo caratterizza la presenza della divinita’, o il canale di distribuzione attraverso cui le energie purificatrici portano il messaggio attraverso tutto il mondo, come succede dopo la cerimonia di dissoluzione del mandala di dabbia tibetano, l’acqua e’ un elemento vitale che riattiva le energie positive al solo sentirne il gorgoglio.
Un bicchiere d’acqua e’ un metro per misurare la nostra capacita’ di rapportarci al mondo, se lo veidamo “mezzo pieno o mezzo vuoto” e’ un messaggio su come ci sentiamo in quel dato momento.
L’acqua nel mandala e’ la presenza della Grande Dea che con la sua forza generatrice presiede ad ogni forma di vita. E’ l’elemento del secondo chakra che e’ quello materialmente collegato agli organi riproduttivi. Se disegniamo o coloriamo l’acqua nel nostro mandala esprimiamo il bisogno di dare vita a qualcosa, o di cambiare qualcosa d’altro. Talvolta quando disegnamo un’onda possiamo manifestare l’energia fisica del cambiamento, ma anche l’ansia e la paura di essere sopraffatti, di affogare in un mare di ansie. A volte l’acqua manifesta il dolore di una mancanza o la capacita’ di guardare nel profondo. A ciascuno la sua risposta nel guardare il suo disegno, la sua foto o la sua realizzazione plastica. Come la foto che pubblico qui da cui e’ partita la riflessione di oggi.
Foto: Mandal’arte  ~ on FaceBook
Testo orignale pubblicato 1 ott 2014 www.mandalaweb.info 
http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/mandalaeacqua-ottobre2014