Il sole e’ una delle forme simboliche piu’ conosciute e antiche del mondo. Con la sua immagine circolare rientra nella categoria dei cosiddetti simboli ancestrali o archetipi collettivi.
La sua importanza per la vita e la sopravvivenza delle specie umane sulla terra era nota sin dall’antichita’. Agli albori della costruzione della vita sociale si comincio’ a studiare il percorso del sole nel cielo e le sue variazioni durante l’anno mentre, nelle parti piu’ disparate della Terra, sorgevano i primi osservatori astronomici.
Il sole divenne una divinita’ per molte culture, per altre era comunque la rappresentazione della divinita’. Per i pigmei Semang e per i Boscimani il Sole era l’occhio buono di dio contrapposto alla Luna che interpreterebbe l’occhio cattivo. In alcuni testi gallici e irlandesi il Sole e’ definito “occhio buono del giorno”. Il termine Sul in irlandese significa occhio ed e’ il corrispondente nome bretone del Sole per sottolineare la metafora dell’occhio. Un simbolo molto forte che talvolta appare anche nei mandala individuali e come allegoria del nostro inconscio e della sua capacita’ di discernere e riconoscere le informazioni del se’.
In ogni paese troviamo rituali collegati al culto del sole la cui eredita’ sopravvive ancora oggi sollecitando l’interesse e la partecipazione delle persone di ogni eta’. Un interessante esempio e’ la festa di Kupala.
Il ciclo del sole fu associato al viaggio della vita con la nascita, vita e morte per poi rinascere al nuovo giorno con una nuova alba, venne associato al concetto della resurrezione e per estensione al ciclo delle stagioni.
L’aspetto oscuro del sole era rappresentato dalla sua forza distruttrice, legata alla siccita’ alla capacita’ di rendere arida la terra e per questo in Cina per esempio c’era il rito di uccidere i soli di troppo con delle frecce per assicurasi lo spazio per la pioggia fecondatrice, cosi’ come in Cambogia per propiziare la poiggia si sacrificava un animale solare.
Sempre in Cina si dice che gli Otto immortali della tradizione taoista, si nutrano dell’essenza del sole e dei semi di girasole (fiore logotipo) che avrebbero una diretta influenza sulla loro immortalita’.
Per gli Egizi, il culto del sole divenne una religione di Stato. Atum il dio Sole, poi trasformatosi in Ra, aveva ad Eliopoli uno dei templi piu’ antichi e importanti del mondo antico dove celebrare i riti. Tracce di questi culti si trovano in numerose stele di cui la piu’ famosa e’ quella del faraone Akenaton che adora il sole il quale a sua volta con i suoi raggi illumina l’intera famiglia reale. (foto a sinistra)
Per i Greci il dio Elio (sole) ogni giorno al canto del gallo (animale a lui sacro) correva sulla biga trainata da quattro cavalli da est verso ovest decidendo cosi’l’alternarsi del buio e della luce. All’isola di Rodi il celebre Colosso, posto secondo la leggenda all’ingresso al porto, era un’enorme statua dedicata al sole.
Per i Romani, il sole era Febo-Apollo, di una bellezza sconvolgente e luminosa, era li dio della luce, al quale erano intitolate el arti, la musica, della divinazione e della giustizia (le sue frecce d’oro erano come raggi di sole). Apollo viveva sul monte Parnaso con le muse nell’arte e nell’Olimpo era secondo soltanto a Giove, suo padre.
Nell’arte romana in cui le divinita’ erano identificabili con sembianze umane spesso Febo era rappresentato con una ruota di raggi come nel mosaico databile intorno al II secolo dopo Cristo.(foto a sinistra)
Questa immagine richiama alla memoria l’iconografia cristiana di Gesu’ raffigurato con dodici raggi che rappresentano gli Apostoli ed e’ chiamato “Sol iustitiae” (sole di giustizia) ma l’iconografia che lega Cristo al sole diventa piu’ esplicita nel monogramma del Cristo in cui le antiche lettere greche (ΧΡ) sono incastonate in un sole.
Questa immagine ha avuto particolare fortuna nel Medio Evo e se ne trovano numerose rappresentazioni nelle cattedrali e nelle chiese di tutte le zone d’Italia dal Bellunese o alle vetrate del Duomo di Milano. Il logo ha resistito all’usura del tempo, essendo ancora oggi utilizzato, e una mirabile interpretazione del monogramma contornato da raggi del sole e’ quella dipinta da Andrea Mantegna riprodotta nell’immagine a qui sotto.
Nella sua forma piu’ semplice il sole era rappresentato come un cerchio, un disco solare, gia’ nelle incisioni rupestri preistoriche, di cui esempi mirabili si trovano in Marocco a Oukaimeden, una località di montagna nell’Alto Atlante vicino Marrakech, i cui cerchi variano fino ad una dimensione di 30 cm. di diametro. (foto qui sotto)
Anche tra i nativi americani del nord la rappresentazione del sole e’ affidata in alcuni casi alla forma piu’ elementare del disco solare.
Per le tribu’ del Grande Spirito, che vivevano nei territori degli attuali Stati Uniti, il sole rappresentava il principio maschile, il potere dell’amore, e veniva colorato di giallo. Secondo la tradizione pero’ il sole aveva connotazioni femminili, poiche’ il potere creativo, inteso nel senso stretto della generazione e’ altrettanto femminile, ed era caratterizzato dalla sensibilita’ e dall’armonia.
Nella raffigurazioni piu’ complesse in cui appaiono i raggi, il sole ha 12 raggi, che indicano nella ruota della medicina le dodici direzioni della salute e della felicita’. La ruota del sole con sette raggi che si muovono come fiammelle, invece, indica i sette centri dell’energia dell’essere umano e la capacita’ di sviluppare questi centri, questo simbolo si usava per indicare persone particolarmente pacifiche.
Questa immagine rimanda a quella orientale del sole rappresentato come una ruota o una spirale e con il suo movimento indica il sorgere o il tramontare del sole. Da cui discende il disegno della spirale sinonimo di energia creatrice per eccellenza.
A seconda dell’orientamento dei raggi il significato simbolico del sole cambia.
Quando i raggi girano verso Est (in senso orario) indicano il sorgere del sole e per estensione la nascita, quando vanno verso Ovest (in senso antiorario) indicano il tramonto e per estensione la morte.
I raggi solari sono per tradizione sette (associati ai capelli di Shiva simolo del vento) (foto a lato), come le sei dimensioni dello spazio piu’ il centro la dimensione cosiddetta extra-cosmica. I testi indu’ indicano il sole come il principio e la fine di ogni evento al quale sono attribuite doti protettive nei confronti della sterilita’ e della fame, dei dolori della vecchiaia e della morte, e’ un simbolo di benedizione molto forte.
E’ il cuore del cielo, il suo centro e il suo emblema. Nel simbolismo Vedico questo concetto e’ rappresentato dalla dimora dello Spirito Uniersale rappresentato come il sole allo Zenit o Sole spirituale nel momento di perfetta staticita’.
In Estremo Oriente il simbolo di fecondita’ e di centralita’ del Sole e’ diventato anche simbolo imperiale, una intera nazione deve al Sole il suo nome e il suo emblema. Infatti, Sol Levante non e’ solo il nome del Giappone, ma e’ anche il suo simbolo e la sua bandiera.
Nella tradizione buddista il sole e’ l’emblema di Budda stesso che in alcuni testi cinesi e’ chiamato il Sole-Budda. La luce dell’illuminato, un riflesso della sua coscienza e del superamento dei problemi umani si trasforma in un raggio di sole. Il colore della sapienza, dell’illuminazione e della spiritualita’ e’ il giallo e per estensione l’oro. Un colore dedicato alle divinita’ in tutto il mondo che ebbe buona fortuna nel Medio Evo, nello stile Gotico fiorito in cui era usato per colorare il cielo e lo sfondo di pale d’altare con l’intento di rappresentare uno spazio altro, ieratico e senza tempo.
Nell’America Latina invece il Sole passa attraverso rappresentazioni piu’ complesse come quella della Piedra del Sol Atzeca, in cui non solo e’ rappresentato il sole ma anche tutta la cosmogonia allora conosciuta e il dualismo del rapporto Sole-Luna, in cui il sole e’ legato alla forza vitale e maschile del giorno ed e’ rappresentato con simboli potenti di animali come l’aquila, animale sciamanico per eccellenza.
Anche nelle maschere d’oro adottate dai sacerdoti nei riti sacrificali e’ evidente la mascolinita’ del sole e la differnza di genere era mantenuta anche nella scelta delle vittime sacrificali, al sole venivano offerti solo uomini, alla luna solo donne.
In Messico il sole era collegato con i cicli temporali ed ognuno e’ rappresentato da un animale, attualmente viviamo nel quinto sole che e’ rappresentato da una farfalla. In moltissimi miti e culture il sole e’ rappresentato anche da un animale oltre la già citata aquila.
Nella mitologia Slava per esempio il Sole si chiama Svarog (Swaróg, Сварог) ed e’ rappresentato come un drago alato o un serpente di fuoco che ha messo ordine nel cosmo creando i tre regni.
Per gli Atzechi esisteva anche un Sole Nero, antitesi del sole di mezzogiorno e veniva rappresentato dai Maya come un giaguaro.
Molte altre sono le rappresentazioni del sole come animale o fiore come per esempio il leone, il cervo, il loto, il girasole o il crisantemo.
Tra i Celti il sole era considerato uno degli elementi fondanti dell’Universo e uno dei suoi simboli detto il Sole di San Michele che si trova sulla lastra di Beretchert a Tullylease (foto a destra in basso) e’ una articolata e preziosa interpretazione.
Nel disegno due linee intrecciate senza soluzione di continuita’ fanno da cornice ad un sole posto al centro che agisce come protezione contro il maligno e fonte di vita. In genere si usava come simbolo di unione tra cuore e la mente.
Anche nel Corano e’ presente un riferimento al Sole (foto a sinistra) inteso sia come sforzo degli uomini per uscire dalle tenebre della loro ignoranza e andare verso una nuova civilta’ sia come presenza di Dio dentro gli uomini che brilla incessantemente. In questo contesto sono in atto interessanti studi che implicano anche lo studio dell’influenza dei numeri.
Il tema della geometria cosmica e dell’irragiamento solare e’ un tema caro anche ai Pitagorici che nel numero e nella geometria collocano il centro del loro credo. Nel ‘700 William Blake interpreto’ e sintetizzo’ questi concetti con una famosa immagine dal titolo “L’antico dei giorni” in cui un dio-Sole e’ ritratto mentre misura la terra con un compasso. (foto in basso a destra)
Il simbolo primordiale del cerchio e’ anche il disegno principale del mandala, una congruenza interessante per interpretare l’immagine archetipica che ciascuno ha nel proprio bagaglio inconscio.
In questa direzione si puo’ anche leggere il quadro di Claude Monet, “Impression du soleil levant“ divenuto suo malgrado il manifesto del movimento Impressionista che aveva tra gli obiettivi quello di esprimere i sentimenti suscitati dalla natura, dal creato e dalla verita’ quotidiana nell’artista. Monet e gli impressionisti ruppero gli schemi di un’arte fatta a tavolino negli atelier ed uscirono a dipingere, scolpire, disegnare en plain air, una ricucitura con il presente e con le sensazioni intime e inconsce dell’uomo che cerca di individuare il fondo spirituale della vita, seguendo stimoli e strade nuove.
Il sole compare spesso nei mandala, in forma piu’ esplicita in quelli dei bambini, sia come motivo sia attraverso i simboli a lui collegati, come i colori e le forme.
Quando incontriamo il sole in un mandala spesso e’ collegato all’azione creativa e all’espressione di se’, alla forza vitale e al coraggio di ciascuno di portare avanti i propositi personali. Esprime capacita’ di rinnovamento.
Il sole simbolizza anche la consapevolezza spirituale e secondo il principio dell’irradiazione esprime attenzione verso gli altri.
Nei mandala tibetani tradizionali il sole e’ spesso rappresentato dal rosso, e’ connesso con il fuoco ed esprime la vitalita’ ed il calore che maturano la vita e con gli altri elementi e simboli (giallo – terra, bianco – acqua, verde – aria, blu – spazio o etere) contribuisce a generare armonia e pace nell’Universo.
I colori associati al sole nel mandala variano dal giallo intenso, al rosso, all’arancione, secondo la cromoterapia generano in chi li contempla allegria e sono portatori di buon umore.
Fonti:
Heike Owusu, Symbols of Native America,
Aniela Jaffre’, Il silmbolismo nelle arti figurative,
Jeanne Chevalier – Alain Gheerbrant, Il dizionario dei simboli,
Mircea Eliade, Il sacro e il profano,
Rudiger Dalke, Terapia con I mandala,
Susanne Fincher, Creating Mandala: for insight, healing and self-expression
Viviana Vivarelli, MASADA n°999. 23-9-2009. Le forme dell’energia, http://masadaweb.org
Centro studi yoga e islam, http://www.tradizionesacra.it
Testo originale www.mandalaweb.info 10 ottobre 2009
http://www.mandalaweb.info/Home/il-culto-del-sole-e-il-mandala
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