l fuoco e’ un elemento ma e’ anche un simbolo divino. Nella filosofia antica e’ inserito negli elementi, che secondo la tradizione occidentale sono quattro (fuoco, aria, acqua e terra) e sono definiti da Empedocle “radici di tutte le cose”. Entrano nell’immaginario collettivo come la base su cui si costituisce l’universo intero. Nominati da Platone che associa agli elementi anche delle figure geometriche, il fuoco e’ collegato al triangolo.
Il fuoco e’ un elemento molto potente, prezioso.
La cultura e la cura del fuoco hanno una lunga storia e proseliti da Roma all’Egitto, fino in Cina e in India.
Nella tradizione indiana, infatti, tre fuochi sono le divinita’ Agni, Indra e Surya che presiedono tre mondi terreno, intermedio e celeste e corrispondono al fuoco per scaldare, al fulmine e al sole.
Mentre in Cina il fuoco rappresenta le passioni come l’ira o l’amore, e lo spirito che presiede al soffio vitale o la conoscenza intuitiva.
In quasi tutte le culture, il fuoco ha un valore purificatore, e’ collegato all’organo del cuore. Il fuoco rappresenta anche le pulsioni sessuali, l’aspetto erotico dell’amore, quello piu’ selvaggio e istintivo.
Nelle culture antiche legate all’alternarsi delle stagioni e al ciclo della natura il fuoco rappresentava il ritorno della vita. I Celti celebravano a maggio Beltaine, la festa del fuoco, accendendo grandi falo’ per purificare il bestiame e rendere la terra fertile. Ancora oggi, in molti Paesi, il passaggio tra la primavera e l’estate e’ caratterizzato da festivita’ legate al fuoco.
Per i cattolici le lingue di fuoco sono le emanazioni dello Spirito Santo che da la conoscenza e la fede, la forza e le numerose virtu’ agli Apostoli durante la Pentecoste; e la celebrazione dello Spirito nuovo nella notte di Pasqua ricorda molto la tradizione orientale Shintoista secondo cui il fuoco purifica e rinnova lo spirito. Per i Teleuti, popolazione della Siberia Centro-Meridionale, le processioni funebri sono accompagnate da due fuochi uno dei quali costituisce il veicolo tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Nel mandala tradizionale la cintura piu’ esterna e’ detta “cinta del fuoco”. Secondo la tradizione buddista tibetana questa cintura ha una doppia simbologia. Da una parte il fuoco della cinta esterna brucia l’ignoranza, purifica il cuore e lo spirito aprendo il cammino del discepolo alla conoscenza; dall’altra indica una barriera protettiva per il prezioso tesoro dell’emanazione del Buddha che il mandala esprime ed incarna. E’ dunque una barriera protettiva o una via d’accesso a seconda del livello del percorso di ricerca e sperimentazione che si e’ arrivati a vivere.
Nel mandala individuale il fuoco ha un valore personale e’ rappresentato di colori rosso, arancio vivo e marrone carico. Indica spesso la passione che mettiamo nell’affrontare le sfide della vita e quanto siamo pronti a lasciarci andare e coinvolgere nelle nostre attivita’.
Il fuoco sacro e’ quello che spinge le persone ai cambiamenti. Il fuoco e’ anche un rituale nel mandala specie quando si vuol distruggere un mandala che ha fatto il suo corso.
Nella foto che qui pubblicata ho utilizzato una mia interessante esperienza con un mandala colorato da me. Benche’ finito nel fuoco, il mandala ha bruciato, lasciando intatto il suo negativo, l’essenza dell’atto devozionale con cui era stato prodotto; mentre il resto si e’ volatilizzato con il calore delle fiamme riportando all’universo le sue parti piu’ esterne.
Nella nostra quotidianita’ accendere un fuoco significa mettere il cuore negli impegni che ci assumiamo; significa fare pulizia profonda di tutte quelle scorie inutili che ci portiamo dietro e che ci impediscono di seguire la nostra aspirazione e di vivere secondo la nostra indole. Colorare mandala e creare mandala di fuoco aiuta a perseguire i nostri scopi e a risvegliare le nostre passioni.
Fonti:
A. Eliot, I miti universali,
A. Ribera, Mandala per guarire
J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionionario dei simboli
A. Roob, Alchimia e Mistica
Testo originale su http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/ilfuocoeimandala
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