La porta del sepolcro di Kefer Yesef – conservata nel museo parigino del Louvre – e’ un modello straordinario di come la geometria sacra sia portatrice di simboli e significati che vanno oltre la lettura immediata puramente estetica e decorativa.
E’ un esempio di come le forme geometriche piu’ antiche e conosciute assurgano a simboli sacri li’ dove la religione vieta la riproduzione di qualunque divinita’ in forme umane. Ciascun simbolo geometrico applicato in questo senso diventa il mezzo attraverso cui esprimersi con un linguaggio rispettoso e profondo, condviso e portatore di messaggi potenti.
La porta di Kefer Yesef come si puo’ vedere dalle immagini ha una struttura verticale, che la fa somigliare ad una foglio diviso in due parti da una cornicetta centrale.Questa cornicetta posta al centro si snoda come una fascia costituita da sei anelli e due triangoli con le punte rivolte all’interno. Ai lati due bande verticali costituite ciascuna da tre riquadri.
La fascia centrale suggerisce l’idea di una cintura, simbolo di fecondita’ e i due triangoli alle estremita’ rappresenterebbero la forza creatrice maschile (triangolo con la punta verso l’alto) e femminile (triangolo con la punta rivolta in basso) che domina e feconda l’universo. Questo movimenta gli anelli che costituiscono una sorta di percorso alternato ascendente-discendente attraverso cui passano i fluidi energetici in seno all’eternita’ del creato facilitandone l’espansione.
Sulla fascia destra si snodano tre motivi: in alto nel primo quadrato trova posto una rosetta, simbolo di Apollo dio del sole e dell’aspirazione umana all’autoperfezione, al centro una cornice di sei quadrati imbricati – quadrati magici – collegati alla creazione dell’universo avvenuta in sei giorni; in basso un’elica, simbolo di Artemide (Diana) gemella di Apollo e divinita’ lunare e protettrice della vita delle donne. La lettura di questi simboli insieme suggerisce l’unione dei due astri, il sole e la luna, prinicipi regolatori del tempo e delle stagioni, all’interno della creazione cosmica dell’universo per influenzare dei movimenti e dell’organizzazione della societa’ civile arcaica.
Sulla fascia sinistra sono presenti altri tre motivi: in alto il candelabro a nove braccia simbolo della luce spirituale e della salvezza per gli ebrei; al centro un fiore in un esagono, una riproduzione del fiore della genesi, un secondo riferimento alla creazione mondo avvenuta appunto in sei giorni (uno per ogni peltalo) e un rimando all’integrazione tra mondo finito (il poligono) con l’infinito (il cerchio); nell’ultimo riquadro poi un quadrato con un rombo e un cerchio al centro, simbolo dell’Arca dell’Alleanza e del Libro della Legge, sormontato da una conchiglia con un triangolo al centro che guarda verso l’alto, simbolo di ispirazione neoplatonica che rimanderebbe alla rivoluzione del tempo e al trono del Creatore. La lettura d’insieme di queste immagini mostra un riferimento chiaro al mistero della creazione del cosmo e alla organizzazione del tempo e dello spazio sotto l’egida degli astri che tutto governano e della legge divina racchiusa nelle tavole. Una sintesi brillante e nello stesso tempo una bella occasione per leggere i simboli ed il loro uso nell’arte sacra.
Fonti:
M.M Rutten, Arts et Stiles du Moyen- Orient Ancien, Paris, 1950
J. Chevalier e A. Gheerbrant, Dictionnaire des simboles, Paris, 1969
Testo originale su www.mandalaweb.info:
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