Esistono infiniti modi di rappresentare un mandala, tanti quanta ne permette l’immaginazione di chi medita, pensa e immagina. Questo racconta un vecchio adagio diffuso sempre di più negli anni.
Il mandala rappresenta simbolicamente l’Universo, organizzato attorno ad un centro Cosmico rappresentato dal Monte Meru, al centro del quale si manifesta la Divinità o, per meglio dire, la sua emanazione, potremmo dire: la sua virtù.
Ogni volta che guardiamo un mandala, quindi, anche quando è creato con la sabbia, o dipinto su tavola in forma bidimensionale, stiamo guardando una immagine tridimensionale, come quella ritratta nella foto. Un meraviglioso esempio di arte tibetana, del XVIII secolo conservata a Parigi.
L’effetto luminoso di questo bronzo dorato è molto affascinante, i dettagli curati e molto raffinati tipici dell’arte tibetana del XVIII secolo sono espressione spirituale, e non andrebbe mai dimenticato che l’obiettivo dell’arte buddista è legato alla sua funzione di “ponte” tra il mondo materiale e quello trascendente. La bellezza e l’armonia sono al dunque una conseguenza della funzione stessa dell’opera d’arte.
Nel momento in cui veniva creata l’opera diventava un intermediario tra la divinità, il Cosmo e l’essere umano. La scultura, è allora la realizzazione della visione e della presenza della divinità, il Mandala è dunque il Cosmogramma in cui si manifesta l’intero Universo. Anche quando lo vediamo raffigurato con la sabbia, o dipinto su una tela la sua vera struttura è tridimensionale come appunto in questa scultura.
Fonte originale: Mandalaweb.info – https://sites.google.com/a/mandalaweb.info/web/approfondimenti/news/mandalacosmogrammadelluniversosettembre2016