Artefiera a Bologna e’ da anni un evento di riferimento per gli appassionati di arte moderna e contemporanea. Mentre giravo per i padiglioni dell’edizione di questo 2014, ho cominciato a notare i richiami alle forme mandaliche fino a trovarmi di fronte ad una composizione di carte da gioco di Nicola Bolla intitolata proprio “Mandala”. Un interessante collage di carte da gioco con i Jolly , i semi e i re e le regine ordinatamente inanellati a formare un grande fiore. Un progetto interessante che mescola uno strumento laico come le carte da gioco con un simbolo sacro come il mandala.
Le diverse declinazioni del cerchio e della sua espressione tridimensionale la sfera nella moderna arte contemporanea legano presente, passato e futuro in una forma eterna che si rinnova rimanendo sempre se stessa.
Cosi’ dalle “sfere con perforazione” di Arnaldo Pomodoro, alle “installazioni rotanti” di Marina Apollonio passando per “l’Arabesque two” realizzato con fiammiferi su legno da Moataz Nasr le forme circolari diventano protagoniste di un’arte contemporanea, che sperimenta la sua modernita’ attraverso un profondo legame all’essenza inconscia dell’essere umano.
Se da un lato la ricerca di movimento e cambi di luce e’ suggerita da ruote e intrecci di Alberto Biasi, dall’altra “l’actiong painting” tutta italiana di Tancredi nel caos del “punto” ricerca esperienza nuova di “arte-vita” e comunica un senso di movimento reso familiare dalla circolarita’ delle pennellate, un’azione quasi rassicurante, nell’insieme sperimentale.
Mentre da una parte le elaborazioni colte dell’artista tedesca Lore Bert mescolano sapientemente la ricerca e la sperimentazione della forma geometrica con l’idea platonica, matematico-filosofica e letteraria, quelle di Emilio Scavino “oggettivano” la forma e si concretizzano in studi dal segno sempre piu’ semplificato. Da notare che entrambi lavorano sulle due forme base del mandala tradizionale il cerchio e il quadrato pur partendo da due epoche e presupposti differenti.
Solo per citare alcune tra le piu’ significative ma opere con cerchi, contornate da cerchi, circolari e cerchi in se’ ne ho contate decine.
Tutte rimandano e richiamano in qualche modo il mandala.
Mandala e’ una parola sanscrita tradotta con “cerchio o centro”, ed e’ sinonimo di una delle immagini piu’ diffuse al mondo. Il cerchio e’ un archetipo, come lo definisce Carl Jung, un simbolo potente depositato nel fondo della nostra coscienza di cui non siamo perfettamente coscienti ma che condividiamo con il resto della umanita’ fin dalle origini della nostra societa’ e la cui esistenza e il cui utilizzo coincidono pur a distanza di millenni e di culture. La visita ad Artefiera mi ha portata, mio malgrado, a notare quanto, pur divagando, riflettendo, aprendo la creativita’ e prospettando nuove e diverse progettualita’, pur volendo cambiare il linguaggio e trasformare materiali, linee e segni, manipolare concetti, sia la matrice naturalistica, formale o geometrica il risultato delle ricerche artistiche degli ultimi centocinquant’anni e’ un “fil rouge” che rende l’insieme riconoscibile e tranquillizzante. Un percorso che ci porta al nostro inizio, al punto di partenza da cui ci siamo allontanati immaginando di potercene liberare ma che sempre torna perche’ impossibile da trasformare in qualcosa di altro che non sia la sua gia’ formata perfezione.
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Testo originale pubblicato 1 feb 2014, su www.mandalaweb.info