11 dicembre 2010 LIVORNO
Sabato, 11 dicembre ho contribuito con uno scritto e un mandala creato per l’occasione all’incontro organizzato dall’associazione Centro Donna Evelina De Magistris di Livorno dal titolo Per ripensare insieme al lavoro…qui di seguito il mio intervento e il mandala”Trovare un equilibrio sano nella realizzazione tra vita privata e lavorativa è una delle sfide che noi donne viviamo da sempre, storicamente e in senso moderno almeno da tre secoli. Da quando la rivoluzione industriale ci ha spinte a lavorare fuori dall’ambiente domestico e dall’artigianato casalingo impiegandoci attivamente nella produzione e nelle catene di montaggio. Oggi, dopo passaggi storici, rivoluzioni sociali e capovolgimenti epici, abbiamo la possibilità di misurarci in ogni settore e in tutti i campi lavorativi. In tutto questo progredire il peso delle scelte e di trovare una sana stabilita’ tra la vita privata, familiare e domestica e quella lavorativa e pubblica grava sulle nostre spalle a dispetto di politiche piu’ o meno giuste, di welfare e sostegno alla famiglia.Ho sperimentato diversi cambiamenti radicali nella mia vita e la mia attivita’ presente è un regalo del destino per aver osato. Per aver creduto che ci fosse qualcosa di piu’ per me e che potevo ottenerla. Questo qualcosa era l’armonia. Il mandala è il mio strumento di lavoro e la mia piu’ grande passione. Forse dovrei dire che io sono lo strumento attraverso cui il mandala lavora con le persone. Andiamo per ordine. Prima di parlare di me e della mia esperienza vorrei dedicare una parola al mandala. Il mandala come indica la parola sanscrita è un cerchio sacro. E’ un disegno geometrico simmetrico e proporzionato, fatto con le sabbie colorate dai monaci tibetani come strumento di meditazione e di crescita nel loro percorso sulla via dell’illuminazione. Con le ricerche che ho portato avanti, ho scoperto che esistono mandala e forme mandaliche in ogni parte del globo e questo se possibile ne accresce il valore simbolico. Le sue iconografie e i significati che celano fanno parte del nostro bagaglio o, per dirla con lo psichiatra C.G. Jung, sono parte dell’inconscio collettivo dell’umanita’ e per questo motivo il mandala è una forma espressiva tanto conosciuta e diffusa nel mondo.Ho cominciato ad occuparmene nel 1999 e da quando ne ho colorato uno non ho piu’ smesso.Da quell’anno ho iniziato a studiare il mandala e a sperimentarlo come strumento di benessere e di ricerca spirituale in modo sistematico. Sono entrata in contatto con alcuni tra i massimi esperti mondiali e ancora oggi non ho terminato il mio viaggio di scoperta all’interno di questo meraviglioso disegno. Dopo aver sperimentato per anni su me stessa i benefici del mandala ora condivido la mia passione e le mie scoperte con chiunque voglia mettersi in cammino alla ricerca di se stesso e della propria creativita’.Il mandala mi ha dato tanto e continua a regalarmi gioia e benessere attraverso i risultati e i benefici che ne ricavano le persone che lo sperimentano con me. E’ stata una scelta controcorrente la mia.Ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato e soddisfacente per seguire l’uomo di cui ero, e sono, innamorata alla faccia del mio dichiarato femminismo e dell’indipendenza. Aver aperto la porta e scelto la via meno sensata (a detta della maggior parte delle mie amiche) e dell’amore mi ha dato la possibilita’ di vivere e approfondire con tre anni di viaggi e studi la mia passione. A volte è necessario osare, lasciare il certo per l’incerto e rischiare di perdere tutto. Perche’ se siamo sulla via del nostro scopo di vita nulla è impossibile. Chiamiamo la verita’ del nostro essere e invitiamola ad esprimersi, insieme verra’ anche la buona sorte. Dopo anni e tanti cambiamenti ora sono nel posto giusto e nella giusta vita. La mia è stata fortuna? Puo’ essere, io credo di piu’ alla capacita’ di connettermi con le energie buone e positive del cosmo. La mia ricerca di armonia ed equilibrio mi ha portata a credere in tutto cio’ che facevo e una volta che ho smesso di preoccuparmi per quello che avrei dovuto fare e ho cominciato a seguire la mia aspirazione, il mio scopo di vita, il resto è venuto fuori da se’. Anche la capacita’ di riconoscere e afferrare quelle occasioni, o sincronie, che altrimenti non avrei riconosciuto. Molte donne con le quali mi confronto nei miei laboratori e nei seminari sono stritolate tra la loro indole e l’aspirazione; cio’ che sono e cio’ che vorrebbero essere, cio’ che la societa’ ci impone di essere e di fare e cio’ che noi spesso ci preoccupiamo di dover dimostrare. E’ questo che le spoglia di energie e le rende tristi, questo che fa le loro vite pesanti.Da quando ho imparato che l’unica persona che non vorrei mai deludere è Annalisa sono molto piu’ serena e piena di entusiasmo per la vita nei confronti delle scelte che faccio. Non è facile e non è un percorso in piano, ho dovuto decostruire il mio falso ego e ho dovuto fare i conti con le ombre e i miei demoni, con le convenzioni del mio gruppo e della famiglia, della mia rete di amicizie e molte cose le ho perse per strada. Ogni rinuncia e ogni cambiamento è stata come una potatura che ha reso il resto dei legami e delle conoscenze piu’ profonde e vere. Tutto cio’ mi è stato possibile grazie ad un lavoro con il mandala e il suo “potere”. Sulla base di questa esperienza il mio obiettivo è diffondere l’uso del mandala per la cura di se’ e del proprio benessere spirituale, generativo di consapevolezza e creatività fra piu’ persone possibile.Il mandala non è la panacea di ogni problema ma puo’ essere un mezzo per metterci di fronte a noi stesse come in uno specchio e finalmente guardare e vedere quanto siamo belle quando siamo autentiche. Il mandala non mente e non ci permette di farlo.Nei miei laboratori la maggior parte dei partecipanti, che sono la vera ricchezza delle attivita’, è costituito da donne. E per me è fonte di enorme gioia e orgoglio accompagnarle attraverso l’uso del mandala nella ricerca del proprio se’ e nell’accettazione e superamento di lutti e limiti che la vita ci impone perché essere umani. Ho visto sanare ferite e recuperare il senso e lo scopo della vita a persone che avevano paura di aver smarrito la via. Donne stanche di doversi dividere tra mille impegni che hanno trovato con il mandala un nuovo centro per se stesse.Donne che dopo lo spaventoso terremoto di Haiti del gennaio passato (gennaio 2010) hanno riordinato le loro esistenze svuotate nei pochi secondi in cui avevano perso ogni riferimento delle loro vite dorate di mogli di diplomatici. In questa occasione il mandala è stato una chiave di lavoro molto utile per riaprire il canale della consapevolezza di se’ e della propria identita’ come persone prima che interpreti di ruoli.Uno dei cammini possibili di recupero con il mandala è proprio questo. Focalizzando la nostra attenzione, costruendo il nostro percorso attraverso i cerchi concentrici e le icone del disegno arriviamo al centro del mandala che corrisponde al centro di noi stessi. Cosi’ facendo entriamo nella dimensione piu’ intima e consapevole di noi e conquistiamo la serenita’ e l’equilibrio cui siamo chiamate dalla vita. Il lavoro è una parte importante della nostra vita, volenti o nolenti ci identifica e offre una immagine di noi al mondo. Attraverso il mandala io ho scoperto qualcosa di piu’. Ho scorticato, per usare un termine del vostro invito, il senso della parola lavoro per me e ho scoperto che nessun lavoro mi avrebbe gratificato tanto quanto quell’unico che fosse esperienza di benessere e mi facesse sentire il cuore e l’anima liberi e leggeri.E’ un lavoro in fieri il mio che cambia con il mio stesso cambiare, con la diversita’ dei caratteri delle persone, delle mie conoscenze e che probabilmente mutera’ ancora. Vedo questo aspetto come una grande opportunita’, come la possibilita’ di vivere a 360 gradi un’esistenza fatta di autenticita’ e accoglienza, fatta di amore per la vita e per tutto cio’ che mi circonda. Un percorso di speranza per me e tutte le donne affinche’ il coraggio che quotidianamente dimostriamo essendo noi stesse, e i mille ruoli che la vita ci chiama a ricoprire sia sempre accompagnato dalla consapevolezza e dall’illuminazione. Una volta ho pensato che le donne nascono gia’ con un livello avanzato di “Buddita’” in altre parole con un alto grado di illuminazione, di resistenza e di capacita’ organizzativa, ma poi per strada ci dimentichiamo di applicare tutto questo a noi stesse svuotandoci di energie e sentimenti, perdendo la nostra luce e lasciando che si affievolisca. Il mandala ci ricorda questa profonda semplice verita’: siamo cio’ che costruiamo e cio’ che vogliamo possiamo realizzarlo. Perche’ mai ci è dato un sogno senza la possibilita’ di realizzarlo.” Annalisa Ippolito |