FOSSANO (CU) 23 – 26 giugno 2010

Dal 23 al 26 di giugno a Fossano, in provincia di Cuneo, un gruppo di monaci tibetani rifugiati nel monastero di Sera je, nel sud dell’India, ha portato la bellezza, l’armonia e l’arte del Mandala.Ho avuto la possibilita’ di assistere ogni giorno per tutto il giorno dall’inizio alla fine al lavoro dei monaci, ed e’ stata la prima volta che ho potuto vivere tutta l’esperienza ininterrottamente.
E’ stata un’emozione unica. Il Castello degli Acaja, un contesto medievale suggestivo e scenografico, ha ospitato tutta la manifestazione.
I monaci lavorando intensamente hanno dato vita in soli 4 giorni al Mandala del Budda della Medicina. E’ un mandala spettacolare e, secondo la medicina tibetana, anche molto potente. L’immagine sotto i miei occhi calamitava la mia attenzione e mi catapultava in una dimensione di spazio e di tempo “altri”. Era una calamita non solo per la mia mente ma per ogni singola cellula del mio essere.
 La realizzazione del mandala e’ un’attivita’ impegnativa per i monaci che studiano decenni su dei testi arcaici con formule ben precise e rispettando regole antiche di migliaia di anni per realizzare una visione che deve avere le stesse corrispondenze in ciascuno di loro. Eppure in quei momenti la loro posizione accartocciata sul legno sembrava naturale, facile, in qualche modo leggera.  
Le ore trascorrevano senza che fosse l’orologio a segnarle ma la gestualita’ ripetitiva dei monaci, il ritmo costante dello sfregamento delle bacchette di metallo da cui scorreva la sabbia e la musica che come un mantra accompagnava la creazione del Mandala. 
La perizia con cui i monaci facevano scivolare la sabbia che si trasformava in una forma simbolo del Mandala aveva, per me, un che di ipnotico. Ogni gesto, ogni forma durante la cerimonia della creazione del Mandala rispetta un modulo e una misura, ogni colore ha il suo significato e ogni granello di sabbia colorata contribuisce a realizzare il legame tra l’uomo e il cosmo. Come una preghiera, come un dialogo che celebri la bellezza del creato e molto di piu’ anzi, materializzi il suo potere. 
Per ciscun monaco il Mandala e’ uno strumento indispensabile per realizzare la visione dell’illuminazione. Uno strumento per meditare. Un esempio di bellezza e di transietorieta’. Ogni opera, alla fine, e’ destinata ad essere distrutta perche’ come il Budda e’ “Colui che va e che viene” anche la realta’ e’ impermanente, muta e si trasforma. Cosi’ anche il mandala piu’ bello alla fine verra’ con una suggestiva e movimentata cerimonia restituito al cosmo mediante l’acqua per portare tutti i suoi benefici alla Terra e ai suoi abitanti. 
Hanno potuto fare esperienza del Mandala oltre alle persone che passavano o veniva appositamente a Fossano, anche due gruppi di studenti che si sono affacciati a questo evento dimostrandosi molto curiosi e molto perspicaci. I ragazzi hanno interagito con i monaci che hanno trasformato in ludico un momento di apprendimento, spiritualita’ e scoperta. Ed e’ stato interessante per me poter rispondere alle curiosita’ dei ragazzini e delle ragazzine che andavano oltre l’immagine e captavano aspetti e sottigliezze che spesso anche un occhio adulto avvezzo alla bellezza si lascia sfuggire. 
Corollario di questa esperienza e’ stata una mostra fotografica di grande impatto ed intensita’ curata dal fotografo Davide Dutto e una serata dedicata alla Causa tibetana resa possibile grazie all’interessamento di un gruppo di persone appassionate, studiose e curiose del Buddismo, alla generosita’ del Comune di Fossano e dell’associazione radicale Adelaide Aglietta che da anni sostiene la causa tibetana insieme ad altri Comuni del Piemonte.
Una serata alla quale ho contribuito con una introduzione e un excursus sul mandala e le forme mandaliche nel mondo. 


Testo originale su www.mandalaweb.info pubblicato da Annalisa Ippolito il 3 luglio 2010