Il 19 novembre 2009 a Roma presso il St. Stephen’s Center ha avuto luogo un insieme di eventi collegati al mandala tradizionale: un Simposio, una giornata con l’intervento di monaci tibetani e il supporto di Amnesty International per testimoniare dal vivo sulle atrocita’ patite dalla popolazione tibetana sotto la rigida gestione del governo cinese e una mostra di opere di cinque artisti internazionali intitolata “Mandala, from Ancient Tibet to Today”. Tutto si e’ svolto grazie all’organizzazione e allo sforzo della Artrom Gallery di Roma gestita da Elizabeth Genovesi con la collaborazione del Centro St. Stephen’s e la libreria Dharma di Trastevere. La partecipazione e il contributo di artisti tanto diversi per attitudine, formazione e tecnica di lavoro hanno offerto ai partecipanti una panoramica interessante e totalmente nuova della visione dei simboli del mandala. L’evento e’ stato supportato dagli interventi del dr. Massimiliano A. Polichetti curatore dei settori Tibet e Nepal del Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma che ha reso accessibile alle persone interventute i significati e la tradizione piu’ pura e antica del mandala e dei suoi simboli, e del Guru Shabad Singh Khalsa De Santis, presidente dell’Associazione Italiana di Gatka che e’ intervenuto sulla dimensione del viaggio e dei significati simbolici del mandala e del suo valore come strumento di meditazione e aiuto per la lettura di una dimensione piu’ spirituale dell’uomo. Il maestro Gianpistone ci ha regalato un contribuito molto personale con cui ha spiegato quanto l’ispirazione e la casualita’ siano connesse con la creativita’ non solo collegata alla costruzione di Mandala ma in generale per un artista e ci ha sollecitati a riflettere sulla capacita’ di errore e di come a volte una immagine assolutamente istintiva sia all’origine di un cambiamento diventando il simbolo principale del quadro o del disegno che l’artista sta realizzando. Nella prima galleria si potevano apprezzare le opere tradizionali tibetane, dipinte con oro e tinte naturali su seta e carta da Dam Chhoi Lama, un monaco artista tibetano che attualmente vive e lavora in Europa per diffondere la cultura e l’arte del mandala in Occidente sottolineando gli aspetti più sacri del simbolo mandalico. Dahhm Choi Lama ha sollecitati a cogliere l’aspetto piu’ nascosto del mandala e dei suoi simboli attraverso l’uso della campana tibetana che ha scandito i momenti chiave del simposio e trasformando la sala in un non luogo in cui le diverse tradizioni, le percezioni e le curiosita’ di tutti si potevano intrecciare per dare vita a nuovi circoli e nuove vie. Nei giorni successivi poi ha offerto un corso sul mandala tibetano con la costruzione e la meditazione sul mandala tradizionale. Nella sala principale oltre alle opere di Gianpistone si poteva assistere ad una performance di tre altri artisti di origine statunitense David Genovesi, Chris Flisher e Digital Dave.Ciascuno di essi ha contribuito all’esposizione con una scelta originale delle proprie opere.David Genovesi (http://www.artromgallery.com/, info@davidgenovesi.com) ha portato una scultura di legno di circa due metri “intitolata Autunno” facente parte di un’opera piu’ grande intitolata “Quattro stagioni” e dei mandala di legno colorati, accattivanti e straordinariamente vivaci. Rappresentando il simbolo mandalico nella sua natura tridimensionale. Chris Flisher (http://www.chrisflishermandalas.com/mandalas.html) ha esibito una collezione dei suoi mandala ispirati all’astrologia e alla costruzione del cielo personale del singolo individuo approfondendo l’aspetto umano e di ricerca del simbolo mandalico. Le sue opere ad inchiostro e acquarello su carta sono di una brillantezza inusuale e frizzante, con un accento molto personale e capaci di catturare l’attenzione trasmettendo non solo il senso del viaggio ma coinvolgendo l’osservatore in un viaggio stesso all’interno del circolo. Digital Dave (http://www.digitaldave.com/) ha esposto una collezione di mandala digitali stampati su tela dall’effetto ipnotico accanto alla proiezione di un video ad animazione digitale in cui le immagini di mandala in trasformazione ed in movimento contribuivano a celebrare l’aspetto mutevole della realta’. Un esempio questo in cui il piu’ antico sentimento di mutevolezza e leggerezza della realta’ si mescola con le piu’ moderne tecnologie eliminando ogni barriera spazio-temporale e proiettandoci in una dimensione nuova, altra, in cui lasciarsi andare ad una meditazione attiva e fluida. Il simposio a Roma ci ha dato un’alteriore prova delle capacita’ catalizzatrici del Mandala che in tutte le sue declinazioni e sotto tutte le sue forme riesce a catturare l’attenzione e la creativita’ di artisti e appassionati ma anche di gente in ricerca di spiritualita’ o solo di una esperienza che dia opportunita’ all’anima di esprimersi e di arricchirsi. Un altro viaggio nel grande cerchio della vita. |