Il sito archeologico di Dunhuang nel Nord della Cina e’ uno dei tesori del buddismo cinese. La sua posizione lungo la via delle spezie e della seta ne ha fatto un luogo di passaggio mitico e speciale per i mercanti e per i viaggiatori. Oggi e’ meta di pellegrinaggio culturale.
Nelle grotte, diventate veri e propri templi con annesse biblioteche, si trovano alcuni tra i piu’ antichi mandala cinesi di ispirazione buddista. Un patrimonio culturale di inestimabile valore. Dal 1987 l’Unesco ha dichiarato tutta la zona Patrimonio culturale dell’umanita’.
Le grotte di Dunhuang sono rimaste sconosciute per secoli, conservando intatti i loro tesori fino al ritrovamento casuale di una grotta che nascondeva molti rotoli contenenti antichi testi e preghiere, sui temi piu’ disparati ed interessanti della societa’ cinese e asiatica nei secoli dal IV all’XI d.C. Una panoramica sul medio evo culturale di queste zone, sopravvissuto a contaminazioni e revisioni storiche ed arrivato fino ad oggi in versione originale.
Il monumentale complesso di grotte e templi, comincio’ ad essere costruito intorno alla meta’ del IV secolo dopo Cristo.
Si narra tra storia e leggenda che un monaco buddista durante un viaggio, ispirato dalla bellezza della valle, organizzo’ lo scavo della prima grotta.
Il luogo e’ molto suggestivo e le grotte, che secondo la tradizione e la leggenda sono piu’ di mille, tanto da guadagnarsi nel VII secolo l’appellativo di “grotte dei Mille Budda”.
Nonostante la devastazione e il saccheggio verificatisi all’inizio del XX secolo, ancora oggi rimangono circa 500 grotte e 50.000 mq di affreschi. I dipinti murali, di una fattura e un valore inestimabile per identificare l’evoluzione dell’arte tibetana in Cina nel corso dei secoli coprirebbero una galleria di quasi 30 chilometri.
Un dato impressionante. Come impressionante e’ la quantita’ di mandala, yantra e dipinti mandalalici ritrovati nelle grotte.
Alcuni templi hanno una struttura architettonica a mandala, quindi la collocazione delle statue segue un ritrmo simbolico che percorre la medesima via del mandala bidimensionale, con il risultato pero’ che il visitatore si trova al centro del percorso e il mandala si svolge tutto attorno a lui.
Altri mandala rappresentano magistralmente la folla di divinita’ del pantheon buddista, ciascuna collocata simmetricamente nel suo posto simbolico in una esplosione di colori e forme tradizionali. Questi offrono un grande esempio di come la cultura buddista fosse penetrata nella cultura cinese e come abbia conservato la sua tradizione rituale.
Sebbene si riconoscano le fonti canoniche dell’India, della Cina e del Tibet, con la presenza degli elementi, del Vento (feng), dell’Acqua (shui), dello spazio (Kong) e dei Bodhisattva (le divinita’ che aiutano gli altri essere senzienti a raggiungere l’illuminazione), i mandala di Dunhuang mostrano delle caratteristiche proprie tali da far pensare ad una evoluzione autonoma dalla tradizione.
I mandala di Dunhuang si possono ricollocare nella tradizione buddista tantrica, diversa da quella indiana e tibetana e pure da quella giapponese.
Il mandala piu’ antico (foto a sinistra) e’ datato al IV secolo d.C., il primo periodo delle grotte, e si trova al centro del soffitto di una grotta tempio. Rappresenta un’alternanza di circoli di petali di loto aperto (simbolo della conoscenza acquisita).
I colori sono schiariti ma il simbolo dell’illuminazione e della sapienza e’ li’ al centro a simboleggiare la via per superare le umane debolezze ed elevarsi nel mondo dell’intellegibile e della purezza.
Fonti:
http://whc.unesco.org/en/list/440
http://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Mogao
http://idp.bl.uk/
http://idp.bl.uk/pages/collections_ch.a4d
http://www.chinapage.com/dunhuang.html
http://www.guimet.fr/Episode-from-the-life-of-Buddha
http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter20/chapter200315.htm
http://www.glotus.com.tw/glotus_austria/detail/data-e.htm
http://www.absolutearts.com/artsnews/2009/08/20/35684.html
Testo originale da www.mandalaweb del 4novembre 2009
http://www.mandalaweb.info/approfondimenti/news/i-mandala-nelle-grotte-cinesi-di-dunhuang-4-novembre-2009
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