Compie venti anni il primo esperimento tra l’antica tradizione della meditazione Buddista Tibetana e la computergrafica per creare un mandala tridimensionale.
Pema Losang Chogyen, un monaco tibetano del monastero di Namgyal, ed un gruppo di ricercatori del programma di computer grafica della Cornell University hanno dato vita ad un interessante progetto durato due anni dal 1989 al 1990. Esplorando le possibilita’ di una costruzione dinamica del mandala il gruppo ha realizzato una versione tecnologica della figura del mandala Vajrabhairava (foto sotto).
Un mandala complesso con decine di migliaia di oggetti che rappresenta il palazzo celeste contenente le sacre immagini della filosofia buddista. Con questo esperimento si e’ tentato di dare vita al mandala tridimensionale che i monaci visualizzano durante la loro meditazione partendo dal modello di base bidimensionale di solito fatto con la sabbia colorata.
Per costruirlo racconta James Ferweda, all’epoca ricercatore senior dello staff di lavoro, dovettero costruire prima la parte geometrica del modello e poi studiare ed analizzare i materiali in qualita’ di fisici e di chimici per simulare il realismo dei volumi, della luce e dei riflessi brillanti di un tempio ricoperto d’oro e ornato di sculture fatte con pietre preziose.
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